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Ausstellungskatalog „Berlin plant. Erster Bericht“, Gestaltung: Hans Leistikow, 1946
Werkbundarchiv – Museum der Dinge / Armin Herrmann

Il 18 maggio 1999 il Senato di Berlino ha adottato il piano del centro città come modello di sviluppo urbano. L'obiettivo di ristabilire la città, un tempo divisa, come unità urbana ha portato alla cosiddetta "ricostruzione critica", ad esempio a Spittelmarkt e Molkenmarkt, ma anche a zone di concentrazione per i grattacieli, ad esempio ad Alexanderplatz e Breitscheidplatz.

Un quarto di secolo dopo, alcune parti del piano sono state realizzate e altre modificate. Per alcuni residenti impegnati, la visione è troppo vaga, per altri è troppo prescrittiva - le opinioni sulla visione sono molto diverse.

La questione di cosa si costruisce per chi, d'altra parte, rimane sottoesposta nel piano. Gli autori si sono lasciati andare all'illusione di creare una nuova classe media attraverso edifici come le case a schiera del Foreign Office? L'ondata di investimenti degli anni Duemila ha impedito che spazi urbani ben intenzionati venissero realizzati attraverso progetti poco radicati nella società urbana? La discussione di queste e altre domande intende mettere in luce i pro e i contro dell'aggiornamento del piano del centro città.

Con Inken Baller (architetto), Harald Bodenschatz (scienziato sociale, urbanista) e Thomas Flierl (storico dell'architettura, pubblicista), moderati da Michael Kasiske (architetto, membro del consiglio di amministrazione di Werkbundarchiv e. V.)

Sostenuto dall'Haupstadtkulturfonds.


Tradotto con DeepL

Luogo di ritrovo: Archivio Werkbund - Museo delle cose

Lingue: German

Sede,

Archivo Lega Artigiani – Museo delle cose
Leipziger Straße 54, 10117 Berlin

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Telefono,

+49 (30) 92 10 63 11

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museumderdinge.de/verans…

Prezzo d'ingresso,

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Blick in das Kabinett
© JF
Mit Objekten gefüllte weiße hohe Schränke, auf linker und rechter Seite.

Archivo Lega Artigiani – Museo delle cose

Visita guidata alla mostra permanente

Visita Guidata

Lazarus Wihl: Gemälde der Schriftstellerin Fanny Lewald (1851)
privat

Lettura, colloquio

Mendelssohn-Remise

Letture per il salone

Hilden, Nordrhein-Westfalen, 1974. Als Max Welch Guerra in jenem Jahr als 17-Jähriger aus politischen Gründen aus Chile in die Bundesrepublik floh, war die Stadt seine erste Station. 1976 kam er zum Studium nach Berlin, wo er sich politisch engagierte.
© Max Welch Guerra
Foto des Studentenzimmers von Max Welch Guerra aus dem Jahr 1974

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Museo Ephraim Palais

Migration Storytelling Salon: Non abbiamo scelta, ma una voce!

Besucher der Ausstellung "Wir Alle - The Family of Man". Hochschule für Bildende Künste in West-Berlin, 1955 (Ausschnitt)
© U.S. National Archives, Foto-Nr. 306-FM-4-6

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"La famiglia dell'uomo" a Berlino

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