La mostra inizia con una cartella clinica dell'archivio della Charité. Racconta la storia di un paziente ricoverato nella clinica psichiatrica nel 1909. Lì lavora instancabilmente alla sua invenzione di un dirigibile a vela, che non ha solo lo scopo di aiutarlo a superare il muro psichiatrico. Vuole essere ricordato come "l'ingegnere di Tarden".

La sua storia ci riporta all'epoca in cui l'euforia per gli zeppelin era al culmine, il primo dirigibile volava nei cieli di Berlino e la psichiatria diagnosticava una condizione sociale collettiva con il "delirio di invenzione". E la psichiatria, all'epoca ancora una giovane disciplina accademica, lotta per contenere il suo soggetto: la psiche umana, definendo quadri clinici.

La mostra mostra l'interconnessione tra psichiatria, individuo e società, espone le loro costruzioni e proiezioni e apre una varietà di spazi di risonanza con un'installazione spaziale del Mahony Collective, una narrazione letteraria di Teresa Präauer e una ricostruzione del dirigibile a vela di Bernd-Michael Weisheit.